Cinema e psicoanalisi nell'esplorazione della contemporaneità

2013

[:it]Il cinema crea, inventa la realtà. Ecco perché, con molta più forza di altre forme artistiche, raggiunge tutti: è come se quello che vediamo sullo schermo ci appartenesse, lo avessimo creato noi. Prendendo a prestito le parole di Winnicott, il cinema è una magnifica “area transizionale” a portata di mano, accessibile a tutti.

Secondo la psicoanalisi, la visione cinematografica è una metafora che può essere utilizzata in seduta con il paziente, perché è l’esperienza più vicina al sogno o alla rêverie: si svolge al buio, richiede rilassamento, solitudine, una certa regressione narcisistica, con l’effetto di farci lasciare la realtà momentaneamente fuori dalla porta, stimolando le aree più creative della nostra psiche.

Il libro raccoglie trenta recensioni cinematografiche scritte tra il 2001 e il 2011, finora pubblicate esclusivamente online, e qui suddivise in cinque sezioni: “Il soggetto contemporaneo e il passare del tempo”; “Figure della perversione: età di psicopatia e rigetto”; “Femminile, maschile: nuove identità, nuove fragilità”; “Gli altri fra noi: emarginazioni e migranti nel sogno di lamerica”; “Quel che resta di Edipo: la scomparsa del Padre nel postmoderno”.[:]

Cinema e psicoanalisi nel territorio dell’alterità

2015

Riflessioni psicoanalitiche sulla pulsione muta. La pulsione di morte nella teoria, nella clinica e nell'arte

2016